sabato 29 aprile 2017

Psr Sicilia: pubblicata la sottomisura 8.1

(di Maria Rita Pisano)

La sottomisura 8.1 del Psr Sicilia è  “Sostegno alla forestazione e all’imboschimento”.


La dotazione finanziaria del bando, che rappresenta una quota parte delle risorse pubbliche in dotazione alla sottomisura, è pari a euro 30.000.000,00, di cui FEASR euro 18.150.000,00. La sottomisura 8.1 si applica all’intero territorio regionale.
I beneficiari della misura pubblicata, sono le aziende private ed enti pubblici titolari della gestione dei terreni interessati.

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 Il Dipartimento Regionale dello Sviluppo Rurale e Territoriale con il presente bando, definisce le modalità e le procedure connesse all’attuazione della sottomisura 8.1definisce le modalità e le procedure connesse all’attuazione della sottomisura 8.1.
 La sottomisura è finalizzata all’imboschimento di terreni agricoli e non agricoli allo scopo di contribuire alla mitigazione dei cambiamenti climatici, alla difesa del territorio e del suolo, alla prevenzione dei rischi naturali, alla depurazione e regimentazione delle acque ed alla tutela e conservazione della biodiversità. 
Le procedure attuative della Sottomisura 8.1, sono contenute nelle “Disposizioni Attuative parte specifica” approvate con il DDG n° 1595 del 05/12/2016.
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 “Trenta milioni di euro per il sostegno agli interventi di forestazione e imboschimento in tutto il territorio regionale. Pubblicato il bando della sottomisura 8.1 del Psr.” Lo annuncia l’assessore regionale all’Agricoltura Antonello Cracolici.
“ Saranno finanziati interventi di imboschimento in terreni agricoli e non agricoli, allo scopo di conservare la biodiversità, contribuire alla mitigazione dei cambiamenti climatici, intervenire  nella prevenzione e nella difesa del territorio e del suolo.
I beneficiari saranno aziende private ed enti pubblici titolari della gestione dei terreni interessati dagli interventi – continua Cracolici.
Trenta comuni siciliani saranno supportati dall’assistenza tecnica dell’Esa (Ente Sviluppo Agricolo) per la presentazione dei progetti collegati alle sottomisure 8.1, 8.3 ed 8.4 sulla forestazione.
Nei prossimi giorni pubblicheremo, aggiunge Cracolici, il bando 6.1 sui giovani agricoltori, complessivamente 235 milioni di euro, stanziati in collegamento tra diverse misure (4.1, 6.4A, 8.1) per insediare con questo primo bando circa 1.000 nuove aziende agricole e favorire il ricambio generazionale nel comparto agricolo siciliano".



mercoledì 19 aprile 2017

Novità per l'etichetta del latte e derivati

(di Maria Rita Pisano)
L'etichette degli alimenti sono la carta d'identità del prodotto che troviamo sul mercato. In essa sono contenute informazioni nutrizionali, sulla conservazione del prodotto, scadenza  e varie informazioni utili al consumatore. 

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Da oggi, giorno 19 Aprile, scatta l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza del latte per utilizzo e il confezionamento dei prodotti lattieri caseari.
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Le novità in etichetta riguardano le indicazioni circa Paese di mungitura del latte e il Paese di condizionamento e trasformazione del latte.
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Il ministro delle politiche agricole e forestali, in una nota ufficiale, ha comunicato che l’entrata in vigore delle nuove indicazioni in etichetta su tutte le confezioni di latte vaccino, ovicaprino e di altra origine animale per i derivati del latte, entrerà in vigore giorno 19 aprile 2017. 
Il ministro Maurizio Martina, in una dichiarazione ufficiale riferisce che: "Questo è un traguardo storico per il nostro Paese che ci consente di creare un nuovo rapporto tra produttori e consumatori. Siamo da sempre in prima linea nella costruzione di politiche di massima informazione e trasparenza nei confronti di chi acquista prodotti agroalimentari e questa scelta lo dimostra. Una sperimentazione che ora auspichiamo possa trasformarsi in uno standard europeo. I cittadini, infatti, devono essere informati per poter scegliere consapevolmente cosa mettere a tavola. Questo vuol dire tutelare il Made in Italy, il lavoro dei nostri allevatori e fa crescere una vera e propria cultura del cibo.
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La nostra battaglia in Europa quindi non finisce qui. Andiamo avanti collaborando ancora con la Commissione per rafforzare sempre più gli strumenti a disposizione e affermare così un modello distintivo di qualità ed eccellenza." 


venerdì 14 aprile 2017

L'agnello di Favara patrimonio da valorizzare

(di Maria Rita Pisano) 


L’Agnello Pasquale, rappresenta il prodotto d’eccellenza che ha reso famosa la città di Favara, denominata dal 2003 “Città dell’Agnello Pasquale”.

La Sagra dell'agnello di Favara ha come obiettivo quello di valorizzare il dolce tipico del periodo pasquale, a base di pasta di mandorla e dal cuore di pistacchio. 

La manifestazione è già iniziata il 10 Aprile e terminerà il 16. Il programma della XXI Sagra dell’Agnello Pasquale prevede incontri e degustazione del dolce preparato dai maestri pasticceri.

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Quest’anno, la manifestazione sarà inaugurata con il convegno “La filiera produttiva dell’Agnello Pasquale: dai prodotti agricoli di qualità alle produzioni pasticcere d’eccellenza”, in programma nella sala del Collare del Castello Chiaramonte. In contemporanea saranno aperte “Le Vie dell’agnello pasquale”, con un itinerario del gusto tra le strade della città, che coinvolgerà le pasticcerie che aderiscono alla manifestazione.
All’interno delle sale del Castello Chiaramonte, per tutto il periodo della manifestazione, sarà possibile visitare la “Mostra storica e fotografica dell’agnello pasquale”, a cura di Danilo Sguali, con esposizione di prodotti dolciari, foto, filmati e percorsi sensoriali del gusto.


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Sono previste ulteriori attività, quali “Showcooking dell’agnello pasquale” presso il Museo della mandorla “Showcooking dell’agnello pasquale” presso Farm Cultural Park, il laboratorio didattico “Cosi Dunci” in piazza Cavour ed il concerto di musica da camera del duo Paone e Calabrese presso il Castello Chiaramonte. Tra le attività collaterali da segnalare la mostra “No Name”, a Palazzo Cafisi, la mostra fotografica “Arcani Silenzi” di Divitini e la mostra di pittura sacra di Musumeci.


La manifestazione si concluderà la Domenica di Pasqua, alle 18.30, con la degustazione dei dolci della mostra, che saranno offerti ai visitatori ed ai turisti accorsi per l’occasione.
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(di Maria Rita Pisano)

 Si narra che dolce di Pasqua più famoso nelle tavole siciliane fu: la cassata al forno.
Semplici ingredienti sono alla base di questo dolce che è apprezzato dai palati di qualunque età. 

Secondo la leggenda, la cassata avrebbe origini arabe, e il suo nome deriverebbe dal Quas’at la casseruola dove veniva lavorato il formaggio tuma.

La cassata al forno, sorella maggiore di quella coloratissima e decorata con canditi, simbolo della Sicilia, è un dolce di forma tonda di pasta frolla ripiena di ricotta, gocce di cioccolato e decorato con zucchero a velo e cannella.


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Ingredienti per uno stampo da 26 cm o 2 da 20 cm
per la pasta frolla: 500 g di farina 00, 200 g di zucchero,200 g di burro, 2 uova intere e un tuorlo
la buccia grattugiata di un limone, una bustina di vanillina,un pizzico di sale,1 bustina di lievito per dolci.
per il ripieno di ricotta: 600 g circa di ricotta, 300 g di zucchero e gocce di cioccolata.
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Procedimento:
Unite la ricotta con lo zucchero mescolando semplicemente con una forchetta e aggiungete le gocce di cioccolata. Conservatela in frigo in un contenitore ermetico.
Nel frattempo unite farina, zucchero, buccia di limone (e lievito se lo utilizzate) in una ciotola. Aggiungete il burro ammorbidito e un pizzico di sale. Fate la fontana e sgusciatevi le uova. Iniziare a battere le uova con una forchetta e poi continuate ad impastare velocemente con le mani. Fate una palla, avvolgetela nella pellicola e mettetela in frigo per un’oretta circa.
Imburrate e la teglia e infarinate solo i bordi laterali, mentre al fondo metterete un disco di carta da forno ritagliato a misura (è importante per capovolgere perfettamente la cassata!)
Spianate quanto basta di frolla per rivestire la tortiera. Rivestite la teglia risalendo anche ai bordi. Sistemate uno strato di pan di spagna o la metà dei biscotti sbriciolati sul fondo (assorbiranno eventuale ulteriore umidità della ricotta!).
Versate la ricotta e livellare per bene con l’aiuto di un cucchiaio inumidito. Sistemare l’altra metà del pan di spagna o biscotti sbriciolati. A questo punto, aiutandovi con la punta di un coltello, abbassate i bordi della frolla portandoli al livello del ripieno e spennellate questo bordo con abbondante uovo battuto.

Infornate a 180/200° per circa un’ora, controllando che la cassata assuma un bel colore dorato. Sfornate e dopo 10/15 minuti capovolgete la cassata su un vassoio. Fate raffreddare e spolverizzate con zucchero a velo.
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domenica 2 aprile 2017

Stagione delle fave

(di Maria Rita Pisano)

La pianta delle fave ha origine nell’Asia Minore è da secoli coltivata non solo per l’alimentazione umana ma, utilizzata anche per gli animali.


Il nome scientifico delle fave è Vicina Vicia faba L. o Faba vulgaris e appartengono alla famiglia delle Fabaceae
La
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Le fave sono piante erbacee annue, posso raggiungere 70-140 cm di altezza, presentano un fusto eretto e grosso. Per l’alimentazione, le fave, possono essere consumate sia cotte che crude. Dopo aver tolto il tegumento che avvolge il seme, posso essere essiccate, per una conservazione più lunga.
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Le fave secce, in cucina, non richiedono un periodo di ammollo preventivo, vanno direttamente immerse in acqua bollente o cucinate a vapore.  

Le fave contengono tanta acqua, fibre, proteine e scarsi contenuti in grassi.

 La ricetta a base di fave e finocchetto selvatico è un piatto tipico di stagione, dove odori e sapori si esaltano dal connubio di semplicità del piatto stesso.
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Ecco la ricetta per il "macco a modo mio"

Ingredienti per 4 persone:
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·  500 gr. fave, 1 cipoll3, 2 carote (facoltative), 1 costa di sedano, 1 mazzetto di finocchietto selvatico,  olio d'oliva, sale e pepe

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Procedimento

Prendete una pentola capiente, metteteci le fave ed aggiungete la cipolla, le carote(facoltativa) e la costa di sedano. Aggiungete anche un mazzetto di finocchietto selvatico pulito e sciacquato.
Aggiungete il sale e lasciate cuocere le fave a fiamma bassa per 3 ore circa, fin quando le fave non saranno completamente cotte.

A questo punto, frullate tutto con il mixer ad immersione fino ad ottenere una crema liscia.


Se volete potete aggiungere la pasta per un primo piatto veramente goloso!

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